Coronavirus e donazione del sangue – disposizioni ministeriali

È disponibile un nuovo aggiornamento delle misure per evitare la diffusione dell’infezione da Sars-CoV-2.

Le nuove disposizioni, che hanno una natura solo precauzionale, non essendoci casi documentati di trasmissione trasfusionale del virus, tengono anche conto dei provvedimenti, presi a livello nazionale, finalizzati all’individuazione dei soggetti a rischio e che applicano ai medesimi urgenti misure di contenimento.

Tenuto conto che le attività sanitarie di donazione e raccolta del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza (art. 5, legge 219/2005) che garantiscono la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale, si raccomanda, quanto segue:

  • rafforzare le misure di sorveglianza sui possibili casi importati attivando la sorveglianza anamnestica del donatore di sangue per viaggi nella Repubblica Popolare Cinese
  • rafforzare le misure di sorveglianza sui possibili casi con anamnesi positiva per contatti con soggetti con documentata infezione da SARS-CoV-2
  • rafforzare le misure di sorveglianza chiedendo al potenziale donatore, al momento della presentazione per la donazione, se abbia già ottemperato all’eventuale obbligo della misura di isolamento fiduciario domiciliare, ove prevista
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di 14 giorni dal rientro per i donatori che abbiano soggiornato nella Repubblica Popolare Cinese
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di 14 giorni dopo la possibile esposizione al rischio di contagio per contatto con soggetti con infezione documentata da SARS-CoV-2
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi o dall’interruzione dell’eventuale terapia per i donatori con anamnesi positiva per infezione da SARS-CoV-2 (infezione documentata oppure comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da SARSCoV-2)
  • sensibilizzare i donatori ad informare il Servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con infezione da SARS-CoV-2 oppure in caso di diagnosi d’infezione da SARS-CoV2 nei 14 giorni successivi alla donazione (post donation information)
  • invitare il personale operante presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta ad attenersi scrupolosamente a comportamenti finalizzati a prevenire la diffusione delle infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2.

Al fine di evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa e, di conseguenza, consentire il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro), si raccomanda di:

  • ricorrere preferenzialmente alla chiamata-convocazione programmata dei donatori al fine di regolare il numero degli accessi; ai fini della prevenzione del fattore di rischio rappresentato dal contatto stretto con soggetto affetto da COVID-19
  • adottare misure di triage preliminare del donatore in occasione del contatto telefonico come da indicazioni di cui all’algoritmo condiviso con il CIVIS, disponibile sul sito del CNS
  • promuovere l’implementazione, presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale, di semplici processi di triage nella fase di accoglienza dei donatori, comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali di attesa attuando una pre-selezione dei donatori. Si suggerisce il valore di 37,5°C della temperatura corporea come parametro di rinvio temporaneo del donatore
  • gestire il flusso dei donatori all’interno delle strutture sanitarie e durante tutte le fasi del percorso di donazione, in modo regolare e cadenzato.

Si raccomanda alle Associazioni e Federazioni dei donatori volontari di sangue di:

  • non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le Unità di raccolta associative, nei territori sopra indicati e nell’intero territorio nazionale
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’epidemiologia del SARS-CoV-2 e alle misure adottate per la prevenzione della trasmissione dello stesso mediante trasfusione di emocomponenti labili
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti, secondo procedure operative condivise con il Servizio trasfusionale di riferimento
  • fornire ai donatori, in fase di convocazione, adeguata informazione, anche al fine di evitare gli accessi alla donazione in presenza di sintomi associabili a infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta e ai donatori, la disponibilità di soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani
  • garantire la mobilità del personale dedicato alla raccolta associativa.

In relazione al fabbisogno trasfusionale ed alla gestione delle scorte di emocomponenti, si raccomanda:

  • di porre in essere ogni opportuna misura atta a scongiurare la possibile interruzione o rallentamento della raccolta delle donazioni di sangue sul territorio regionale
  • di non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le Unità di raccolta associative, nei territori oggetto delle misure locali contenute nel DPCM dell’8 marzo 20207 e nell’intero territorio nazionale
  • di non assumere provvedimenti di “quarantena” sulle unità di emocomponenti prelevate perché non sostenute da evidenze scientifiche in ragione della non dimostrata trasmissione trasfusionale del SARS-CoV-2
  • alle Strutture di Coordinamento per le Attività Trasfusionali (SRC) delle Regioni e Province Autonome di utilizzare la bacheca SISTRA per la segnalazione di eventuali carenze e di monitorare e potenziare le scorte strategiche regionali di globuli rossi, piastrine e plasma ad uso clinico, da destinare alla compensazione intra- ed inter-regionale, secondo quanto previsto dall’Intesa di Conferenza StatoRegioni, n. 131 sul “Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi emergenze” (Rep. Atti n. 121/CSR del 7 luglio 2016)
  • alle SRC la massima intensificazione della promozione della appropriatezza nell’utilizzo clinico dei componenti labili del sangue e della applicazione delle strategie di Patient Blood Management, nonché la valutazione di opportunità del possibile differimento delle procedure chirurgiche in elezione per le quali si preveda un elevato fabbisogno trasfusionale
  • alle SRC e alle Associazioni e Federazioni dei donatori volontari di sangue, di intensificare i rapporti di comunicazione fra l’ambito tecnico e quello associativo a livello regionale e locale, anche al fine di rendere l’attività di raccolta coerente con la programmazione regionale.

Si raccomanda, inoltre, di rapportarsi regolarmente con lo scrivente Centro nazionale, mediante sistemi e modalità operative che consentano la trasmissione in tempo reale di informazioni, anche previsionali, inerenti alla consistenza delle scorte trasfusionali ed alla eventuale necessità di effettuare convocazioni straordinarie dei donatori e pianificare sedute di raccolta addizionali.

Si raccomanda, infine, l’adozione delle suddette misure in modo omogeneo sul territorio nazionale al fine di consentirne la valutazione di efficacia e di impatto nonché il possibile adeguamento dinamico in funzione dell’evoluzione del quadro epidemiologico.

I Responsabili delle SRC sono invitati a dare tempestiva attuazione alle suddette indicazioni, informando puntualmente i singoli Servizi trasfusionali operanti nelle Regioni e Province autonome di rispettiva competenza e le Banche di sangue cordonale, ove presenti.

Per approfondire consulta Centro Nazionale Sangue e il sito www.donailsangue.salute.gov.it

Aosta

Tour classico per scoprire il centro storico: una suggestiva passeggiata nel tempo e nello spazio alla scoperta dell’antica colonia romana di Augusta Praetoria Salassorum e dei suoi incantevoli tesori monumentali di epoca medievale.

L’incontro con la colonia fondata dall’imperatore Augusto nel 25 a.C. dopo lunghi e cruenti scontri con la popolazione locale dei Salassi, inizia in corrispondenza della cappella di San Rocco lungo Corso Ivrea, area un tempo occupata dalla maggiore delle necropoli di epoca romana;

si raggiunge quindi il poderoso ponte romano costruito sull’antico letto del torrente Buthier.

Si raggiunge così la piazza dominata dall’Arco d’Augusto, qui voluto dal fondatore di Augusta Praetoria al fine di esaltare la definitiva sconfitta dei Salassi e celebrare la nascita di una colonia che doveva porsi come baluardo dell’Impero al di qua delle Alpi.

Si prosegue quindi in via Sant’Anselmo, l’antico Decumano Massimo, ma occorre ricordare che si è ancora fuori dalla cinta muraria e si sta attraversando un quartiere sviluppatosi in epoca medievale grazie alla presenza attrattiva del noto complesso ecclesiastico di Sant’Orso che, sicuramente, merita una visita.

Sorto in un’area utilizzata quale sede sepolcrale sin dall’Alto Medioevo, divenuta nel tempo meta di pellegrinaggi in virtù della presenza di tombe di martiri locali, ma soprattutto dei primi vescovi, il complesso si sviluppò probabilmente attorno a importanti sepolcri famigliari e in netta prossimità con la basilica paleocristiana di San Lorenzo (V secolo d.C.).

Quest’ultima conserva ancora nel sottosuolo la sua lunga storia: interessante dunque visitare il sito archeologico dove sono stati musealizzati e valorizzati i resti della prima basilica cimiteriale.

Notevole l’impatto visivo dell’imponente campanile romanico di Sant’Orso, nato però come torre difensiva pertinente alla cinta fortificata che in origine doveva proteggere il borgo; a est del campanile si eleva la chiesa dei SS. Pietro e Orso, la cui facciata tardo-gotica si caratterizza per la svettante ghimberga in terracotta e i pinnacoli sommitali.

All’interno della chiesa, connotata da un ricco apparato liturgico, si apprezza in particolar modo la cripta romanica (inizi XI secolo) sottostante il bel coro ligneo del presbiterio, dove si dice sia stato sepolto Sant’Orso (vissuto nell’VIII secolo d.C.).

Pregevole inoltre il ciclo di affreschi ottoniani del sottotetto (X-XI secolo), la cui visita però è consentita solo con l’accompagnamento di un custode.

Altro elemento affascinante è il mosaico raffigurante il cosiddetto “Quadrato magico”: un elegante tappeto musivo di forma quadrata risalente all’XI-XII secolo e riportato alla luce da scavi archeologici condotti nel 1999.

Accanto alla chiesa il meraviglioso chiostro: un vero e proprio gioiello di architettura e arte romanica che con i suoi 40 capitelli di marmo istoriati richiama folle di studiosi e visitatori ogni anno.

Alla sinistra del sagrato, uscendo dal chiostro, è impossibile non notare lo splendido Priorato rinascimentale con le sue raffinate quanto inusuali finestre a crociera in terracotta scolpita.

Tornati quindi su via Sant’Anselmo, dopo pochi passi si raggiunge la splendida Porta Praetoria, la più imponente delle quattro porte dell’originaria città romana, vero e proprio ingresso monumentale, ideologico e simbolico della colonia di Augusta Praetoria Salassorum.

Da notare la torre nord della Porta, nota come “Torre dei Signori di Porta Sant’Orso” in quanto, durante l’epoca medievale (XI-XII secolo) occupata da questa nobile e potente famiglia locale che qui aveva creato la sua residenza urbana.

Appena usciti dalla Porta Praetoria si svolta immediatamente a destra per raggiungere il Teatro romano ; ci troviamo qui nel settore nord-est della città antica, corrispondente al cosiddetto “quartiere degli spettacoli” in virtù della presenza dell’imponente Teatro e del vicino Anfiteatro (quest’ultimo è oggi incluso nel Convento di Santa Caterina, ma è comunque visitabile col permesso delle Suore di San Giuseppe che lì risiedono).

Uscendo dall’area del teatro sul lato ovest, si prosegue in direzione di piazza Giovanni XXIII, meglio nota come “piazza della Cattedrale” che, in epoca romana, rappresentava la zona sacra del foro cittadino, costituita da una terrazza sopraelevata occupata da due templi gemelli affiancati e aperti verso sud, di cui sono ancora visibili i resti di parte di quello orientale.

Volendo iniziare l’esplorazione dell’area con le vestigia di epoca romana, sorge spontanea la curiosità di cominciare col Criptoportico, monumento singolare e affascinante che poche città del mondo romano possono vantare. Realizzato prioritariamente con funzione sostruttiva, questo articolato corridoio seminterrato a doppia navata deve probabilmente aver rivestito anche la funzione di galleria legata al culto dell’imperatore.

Proprio sulle strutture del criptoportico è andata impostandosi e sviluppandosi l’imponente Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, le cui radici affondano nel IV secolo d.C.; successivamente, nell’XI secolo, per volontà del vescovo Anselmo, si ebbero imponenti trasformazioni sul modello delle cattedrali nordiche di stile ottoniano.

Quindi, tra XV e XVI secolo un’ultima serie di interventi sul corpo dell’edificio conferì alla cattedrale quell’assetto definitivo che avrebbe poi mantenuto fino ad oggi.

Da segnalare, infine, nel corso dell’Ottocento, la costruzione della nuova facciata neoclassica che va ad incorniciare il precedente prospetto rinascimentale in terrecotte dipinte.

Terminata la visita della Cattedrale è possibile inforcare via Forum e dirigersi verso piazza Roncas sul cui lato orientale sorge l’attuale sede del MAR – Museo Archeologico Regionale), ospitato all’interno dell’edificio che accolse prima il convento delle Visitandine (XVI-XVII secolo), per poi essere trasformato in caserma all’inizio dell’Ottocento.

Da non dimenticare, inoltre, che questo stesso edificio si imposta sui resti della torre est dell’antica Porta Principalis Sinistra della cinta muraria di Augusta Praetoria, visibili nel sottosuolo del MAR. Sul lato opposto della piazza si erge Palazzo Roncas, fatto erigere all’inizio del XVII secolo dal barone Pierre-Léonard Roncas, primo segretario di stato del Duca di Savoia Carlo Emanuele I: una delle più pregevoli residenze aristocratiche urbane di epoca barocca esistenti in Aosta.

Da piazza Roncas si imbocca via Croix de Ville e si raggiunge l’incrocio delle due principali arterie viarie urbane del centro; si prende quindi via E. Aubert per raggiungere la sede della Biblioteca Regionale, inaugurata nel 1996 dopo complesse operazioni di indagine archeologica che hanno evidenziato le strutture pertinenti alla Porta Principalis Dextera di Aosta romana.

Procedendo oltre piazza della Repubblica, chiaro esempio di architettura fascista, si imbocca Corso Battaglione; dopo alcune decine di metri sotto i portici di destra, si noterà un cancelletto in ferro che dà accesso all’area archeologica denominata Area funeraria fuori Porta Decumana. Individuata negli anni Quaranta del XX secolo, questo sito ha restituito numerose sepolture di epoca romana, cellae memoriae paleocristiane e i resti di una piccola basilica funeraria (visitabile solo il primo mercoledì di ogni mese dalle 14.00 alle 18.00).

Tornando ora sui nostri passi ritorniamo fino alla Biblioteca e da lì scendiamo fino alla Torre del Lebbroso ; quindi proseguiamo su via Festaz fino all’angolo col cinema Splendor da cui procediamo su via Trottechien fino ad intercettare l’imbocco del caratteristico passage du Verger che consentirà di raggiungere via Challant e poi immettersi in via De Tillier.

Concludiamo quindi la passeggiata arrivando sull’elegante piazza E. Chanoux, su cui si affaccia il complesso neoclassico dell’ Hôtel de Ville (Municipio) con i suoi ariosi porticati, sorto sull’area precedentemente occupata dal monastero trecentesco di San Francesco. L’antico complesso monastico comprendeva una chiesa gotica a tre navate, un campanile alto quasi 40 metri ed un chiostro; tale struttura rimase pressoché inalterata fino al 1835, quando fu demolita per consentire l’avvio dei lavori di edificazione del municipio.

Oltre alla ricca facciata dell’edificio, da notare sono la coppia di statue poste davanti al porticato che raffigurano le personificazioni dei due fiumi della città: la Dora e il Buthier.

A ovest dell’Hôtel de Ville si trova l’ Hôtel des Etats (inizi XVIII secolo). Scendiamo da rue du Collège per arrivare di fronte al Centro Saint-Bénin e proseguire in viale della Stazione (esempi di architettura fascista); fiancheggiare la Tour du Pailleron e risalire lungo via Ollietti (sede dell’ Archivio storico regionale e del Tribunale). Attraversata via Festaz avremo di fronte il singolare profilo semicircolare delle Poste centrali, altro inequivocabile esempio di architettura e di urbanistica fascista.

Da qui continuiamo lungo via Porta Pretoria fino all’omonimo monumento: lungo la strada si noterà Palazzo Ansermin, barocca residenza urbana dei baroni di Nus.

VEDI GOOGLE MAPS 

Fonte: Love Vda

Ponte Romano sul Buthier

Provenendo dalla Bassa Valle, il primo monumento antico di Aosta che accoglie il visitatore è il ponte romano gettato al di sopra dell’antico corso del torrente Buthier.

Esso caratterizza il quartiere orientale della città, chiamato appunto del Pont de Pierre, cioè del “ponte di pietra”.

Parallelo a corso Ivrea, poco lontano dall’Arco di Augusto, il ponte è perfettamente conservato e tuttora utilizzato per il transito, anche se nel corso del medioevo il torrente Buthier ha cambiato sede e le acque non scorrono più sotto la sua unica arcata a schiena d’asino di 17,16 m di apertura.

Largo circa 6 m, venne costruito in età augustea con blocchi di pietra, secondo i consueti modelli romani.

VEDI POSIZIONE SI GOOGLE MAPS

Arco D’Augusto

Appena passato il ponte sul torrente Buthier, lungo la strada che portava alla monumentale Porta Praetoria, principale via di accesso alla città romana, fu innalzato l’arco onorario dedicato all’imperatore Augusto.

Si trattava di un segno eloquente della presenza e della potenza di Roma che nel 25 a.C. aveva definitivamente sconfitto il popolo dei Salassi e fondato la nuova colonia.

L’arco, che si caratterizza per la sua severa imponenza, tipica dell’architettura del tardo periodo repubblicano, è a un solo fornice a tutto sesto, largo metri 8,29 come la strada che lo attraversava.

I pilastri che lo fiancheggiano presentano ai quattro angoli delle semicolonne su basi attiche sormontate da capitelli corinzi, le stesse che scompartiscono le facciate e i lati.

In origine queste superfici erano interrotte dai rilievi con probabile figurazione a trofei che erano collocati nelle quattro nicchie della facciata.
Una trabeazione dorica a triglifi e metope chiude in alto quel che rimane del monumento, da secoli privo dell’attico sul quale era apposta, a lettere di bronzo, l’iscrizione dedicatoria.

Nel medioevo l’Arco era denominato “Saint-Vout” da una immagine del Salvatore che vi era stata collocata e sostituita in seguito col Crocifisso. Nel 1716 il Conseil des Commis decise di preservare il monumento dalle infiltrazioni d’acqua ricoprendolo con un tetto d’ardesia.

L’Arco fu definitivamente restaurato dal negli anni 1912-1913; uno scavo nelle sue vicinanze, risalente ai primi anni del ‘900, portò alla luce due grandi lettere in bronzo dorato, con tutta probabilità appartenenti all’iscrizione dedicatoria.

VEDI POSIZIONE SU GGOGLE MAPS

Basilica paleocristiana di San Lorenzo

Sotto l’antica chiesa parrocchiale del Borgo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce la basilica cruciforme paleocristiana, indicata come Concilium Sanctorum , Assemblea dei Santi, perché eretta sulle tombe dei primi martiri, sepolti nell’area cimiteriale romana, sorta a sua volta su un insediamento funerario protostorico.


All’interno sono visibili parti delle strutture liturgiche
, la piattaforma reliquiaria con i sepolcri dei tre vescovi vissuti tra il V e il VI sec. (Grato, Agnello, Gallo) ed altri vani tombali databili tra V e VIII sec.

PREZZO INGRESSO

Biglietto unico, valido un anno dalla data di emissione, per un ingresso in ognuno dei seguenti siti:

  • Teatro romano
  • Criptoportico forense
  • Chiesa paleocristiana di San Lorenzo
  • Museo Archeologico Regionale

Intero: € 7,00

Ridotto: € 5,00 (comitive di almeno 25 persone paganti e studenti universitari)

Minori 6/18 anni e scolaresche: € 2,00

Gratuito: < 6 anni, soggetti portatori di handicap in possesso della certificazione di cui alla legge 104/92 e loro accompagnatori. Possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte e Lombardia.

VEDI POSIZIONE SU GOOGLE MAPS

Il priorato di Sant’Orso

Tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500 Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso e grande mecenate-umanista, fa costruire, accanto alla chiesa di S.Orso, il priorato: una sontuosa residenza di rappresentanza, un edificio ispirato ai contemporanei palazzi pubblici piemontesi e lombardi.

E’ una miscela di nuovo e vecchio stile: la facciata è rinascimentale, con le cornici delle finestre ornate da formelle di terracotta; altri elementi come la torre ottagonale e le ogive sono un retaggio dell’architettura gotica.

All’interno sono degni di nota gli affreschi della cappella, opera di artisti franco-valdostani della fine del XV sec.

PREZZI INGRESSO
Visita guidata al chiostro, alla cappella del Priorato e agli affreschi del sottotetto: intero € 7,00 ridotto minori € 5,00
Bambini sotto i 6 anni: gratuito

GIORNI DI APERTURA

Orari

Visita guidata della cappella del Priorato:
tutti i giorni alle ore 11.00 e alle ore 15.00

per maggiori informazioni contattare l’ufficio del turismo di Aosta, tel. 0165 236627

VEDI POSIZIONE SU GOOGLE MAPS 

Fonte: Love Vda

Fidas Vda vi consiglia di visitare

La città di Aosta racchiude moltissimi luoghi di interesse turistico, ve ne consigliamo qualcuno

Grazie al Patrocinio della Regione Autonoma Valle D’Aosta,
della Presidenza del Consiglio Regionale della Valle D’Aosta e
del Comune di Aosta.

Porta Praetoria

Situata nella parte orientale delle mura, era l’accesso principale alla città di Augusta Praetoria, edificata nel 25 a.C. dopo la sconfitta dei Salassi ad opera di Terenzio Varrone.

Era dotata di tre aperture, ancor oggi visibili: quella centrale per i carri e quelle laterali per i pedoni.
L’area all’interno delle aperture era utilizzata come cortile d’armi; nella sua parte meridionale, il terreno è stato scavato fino a raggiungere il presunto livello del suolo in epoca romana (circa due metri al di sotto del livello attuale – la differenza è dovuta ai materiali traspostati dalle piene fluviali).

Nelle aperture rivolte all’esterno sono ancora visibili le scanalature entro cui correvano le cancellate che di notte venivano calate.
Nella facciata orientale sono ancora visibili alcune delle lastre di marmo che rivestivano l’intero monumento, che all’interno è costituito di blocchi di puddinga.
Nel Medioevo fu addossata alla Porta Praetoria una cappella dedicata alla Santissima Trinità (ora non ne resta che una nicchia), da cui prese nome, per diversi secoli, anche la stessa Porta Praetoria.

Il monumento si trova tra via Sant’Anselmo e via Porta Praetoria.
VEDI POSIZIONE SU GOOGLE MAPS 

Teatro Romano

La sola facciata attualmente visibile è quella meridionale, alta ben 22 metri, caratterizzata da una serie di contrafforti e di arcate ed alleggerita da tre ordini sovrapposti di finestre di varia forma e dimensione.

Ben individuabili sono pure le gradinate ad emiciclo che ospitavano gli spettatori (cavea), l’orchestra (il cui raggio è di 10 metri), ed il muro di scena (ora ridotto alle sole fondamenta) che un tempo si innalzava col suo ricco prospetto ornato di colonne, di marmi e di statue.

Si è calcolato che il Teatro potesse contenere tre o quattromila spettatori.

Alcuni studiosi ritengono che il teatro fosse dotato di copertura fissa.
Con la caduta dell’impero, fino sino al XVIII sec. si perse ogni memoria della funzione originaria dell’edificio ed i suoi resti non furono riconosciuti come tali che molto tardi: durante il Medioevo vi furono addossate numerose costruzioni, demolite nel corso dei moderni lavori di recupero e restauro.

Nel 1864 alcuni saggi di scavo portarono alla luce una serie di muri, mentre negli anni ‘20 del Novecento si diede una prima sistemazione al monumento, demolendo le casupole che lo circondavano.

La completa messa in luce avvenne però tra il 1933 e il 1941, quando furono effettuati importanti lavori di restauro e integrazione.

Le ultime ricerche condotte sulle murature hanno permesso di ipotizzare che le strutture attualmente visibili non siano nate tutte in prima fase (I sec. a.C.), ma che siano il frutto di successive modificazioni avvenute ancora in epoca antica.

PREZZO INGRESSO

Biglietto unico, valido un anno dalla data di emissione, per un ingresso in ognuno dei seguenti siti:

  • Teatro romano
  • Criptoportico forense
  • Chiesa paleocristiana di San Lorenzo
  • Museo Archeologico Regionale

Intero: € 7,00

Ridotto: € 5,00 (comitive di almeno 25 persone paganti e studenti universitari)

Minori 6/18 anni e scolaresche: € 2,00

Gratuito: < 6 anni, soggetti portatori di handicap in possesso della certificazione di cui alla legge 104/92 e loro accompagnatori. Possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte e Lombardia.

GIORNI DI APERTURA

Orari

  • Da aprile a settembre:
    dalle 9.00 alle 19.00, tutti i giorni
  • Da ottobre a marzo:
    dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, tutti i giorni

Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura

Gli orari sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli contattando il numero telefonico riportato nella sezione “Contatti”.

INDIRIZZO

Via Porta Pretoria, 11100 Aosta, AO, Italia
VEDI POSIZIONE SU GOOGLE MAPS
Fonte: Love Vda

Criptoportico forense

Si è molto discusso sulla specifica destinazione di questo monumento che è datato all’epoca augustea;
suo scopo principale era di costituire una struttura di contenimento e di regolarizzazione del terreno che in quella zona della città doveva essere in leggera pendenza da nord a sud e creava un dislivello tra l’area sacra e l’adiacente platea forense.

Oltre a questa sicura funzione strutturale, è stata nel tempo avanzata l’ipotesi che la parte seminterrata potesse servire da magazzino e da granaio militare (horreum), ma in seguito agli ultimi studi ci si sente di escludere radicalmente tale destinazione d’uso, sia per l’aspetto strutturale del monumento, sia per la sua particolare ubicazione, sia in seguito al confronto con altri esemplari analoghi.

Il colonnato marmoreo (porticus triplex) che lo sovrastava (ormai distrutto e del quale non rimangono evidenze archeologiche in situ) fungeva invece da scenografica cornice ai due originari templi gemelli della terrazza sacra.

Ci troviamo qui nel settore nord del complesso forense di età romana, proprio di fronte all’ingresso della Cattedrale, in corrispondenza di un’area sacra sopraelevata, a sua volta divisa da quella a destinazione civile e commerciale (piazza Severino Caveri), grazie al passaggio di un decumano minore, all’incirca corrispondente all’attuale via Mons. De Sales.


Dal punto di vista tecnico-planimetrico
 il criptoportico di Aosta si articola in tre bracci disposti a ferro di cavallo e internamente divisi in due navate voltate a botte con una sequenza centrale di archi ribassati. I due bracci laterali misurano m 71,80; quello centrale, più esteso, raggiunge una lunghezza interna di m 87,10.

In origine due accessi monumentali dovevano aprirsi alle estremità delle ali laterali aprendosi ai lati della scalinata centrale.

Le gallerie sono illuminate da una serie di finestrelle strombate che assicurano anche un idoneo ricambio d’aria; nel corso dell’anno la temperatura all’interno del criptoportico si mantiene costante.

Confrontato con tutti quei casi, vecchi e nuovi, italici e provinciali, che la letteratura archeologica ha definito e continua a definire come esempi di criptoportico pubblico, in particolar modo forense, anche l’esemplare aostano potrebbe essere interpretabile come una struttura di prestigio legata tanto al culto imperiale, quanto all’autocelebrazione dei notabili locali così come delle corporazioni religiose o professionali cittadine.

E’ pertanto legittimo supporre che i criptoportici possano essere letti come ambienti dotati di una funzione politico-liturgica particolare: una sorta di luogo “cerniera” tra il sacro (l’area sacra e i relativi edifici templari) ed il profano (cioè la vera e propria “pubblica piazza”).

Come sembrano poi documentare alcune carte medievali, le strutture del Criptoportico continuarono ad essere utilizzate anche nei secoli successivi, quando vennero trasformate in cantine e denominate, per consuetudine popolare, “Marché des Romains”.

PREZZO INGRESSO

Biglietto unico, valido un anno dalla data di emissione, per un ingresso in ognuno dei seguenti siti:

  • Teatro romano
  • Criptoportico forense
  • Chiesa paleocristiana di San Lorenzo
  • Museo Archeologico Regionale

Intero: € 7,00

Ridotto: € 5,00 (comitive di almeno 25 persone paganti e studenti universitari)

Minori 6/18 anni e scolaresche: € 2,00

Gratuito: < 6 anni, soggetti portatori di handicap in possesso della certificazione di cui alla legge 104/92 e loro accompagnatori. Possessori dell’Abbonamento M

GIORNI DI APERTURA

Orari

  • Da aprile a settembre:
    dalle 9.00 alle 19.00, tutti i giorni
  • Da ottobre a marzo:
    dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, tutti i giorni
    Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio

Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura

Gli orari sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli contattando il numero telefonico riportato nella sezione “Contatti”.

INDIRIZZO
Piazza Papa Giovanni XXIII, 11100 Aosta AO
VEDI POSIZIONE SU GOOGLE MAPS

Fonte: LoveVda