ANCHE IN VALLE D’AOSTA SI PUO’ DONARE IL PLASMA IPERIMMUNE

PLASMA IPERIMMUNE

ANCHE IN VALLE D’AOSTA SI PUO’ DONARE IL PLASMA IPERIMMUNE
IL PROGRAMMA DI DONAZIONE E’ GESTITO DAL SERVIZIO TRASFUSIONALE DI AOSTA
AL QUALE E’ POSSIBILE RIVOLGERSI DOPO AVER LETTO LE SEGUENTI INFORMAZIONI

I donatori con diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) possono partecipare, previa
valutazione clinica, al programma di donazione di plasma iperimmune.

Per farlo possono contattare il Servizio Trasfusionale di Aosta.

CHI PUO’ ADERIRE AL PROGRAMMA:
Età compresa fra 18 e 65 anni
Persone che hanno già manifestato i sintomi correlati alla malattia (febbre, difficoltà respiratorie,
perdita di gusto e olfatto, faringite etc.)
Persone che siano risultate positive al virus SARS-CoV-2 (Tampone positivo) e che siano poi
risultate negative al tampone nasofaringeo (guarite)
Non gravidanze o aborti in passato o in atto
Non trasfusioni ricevute in passato
Idoneità alla donazione secondo i consueti criteri e assenza di cause di esclusione (D.M.
2/11/2015)

I donatori disponibili alla donazione, ma anche un donatore loro congiunto o conoscente, possono
comunicare o far comunicare la disponibilità UNICAMENTE AL SEGUENTE INDIRIZZO
E-MAIL: tcentro@ausl.vda.it

Sarà cura del Centro Trasfusionale contattarvi per verificare la sussistenza dei criteri necessari (questionario e visita),
valutare l’idoneità alla donazione di plasma iperimmune mediante plasmaferesi e concordare gli
appuntamenti per la donazione.

Fonte https://www.avis.vda.it/notizie/plasma-aosta-avis-covid19

Perchè la donazione di sangue in Italia è gratuita?

In Italia la donazione di sangue è  VOLONTARIA e GRATUITA,  su questi due concetti fondamentali si poggia il sistema trasfusionale Italiano.

Perchè in Italia non è possibile ricevere una somma di denaro in cambio di donazioni di plasma? 

In Italia la donazione è gratuita per i seguenti motivi:

Il sistema trasfusionale si poggia e viene gestito dal Servizio Sanitario locale e Nazionale e di conseguenza non può essere oggetto di transazioni commerciali.

E’ un dono e come tale deve essere fatto in maniera del tutto gratuita e senza aspettarsi un rendiconto personale.

I volontari non hanno nessun motivo per mentire riguardo la loro l’idoneità perchè non hanno nessun scopo di lucro e desiderano soltanto aiutare il prossimo, questo garantisce una maggiore sicurezza.

In questo modo non si rischia che un individuo desideroso di guadagno doni più sangue del limite consentito e non rispetti il tempo imposto tra una donazione e l’altra, il sistema volontario e gratuito permette una maggiore tutela sia del donatore sia di chi riceve.

L’Italia dal punto di vista delle donazioni è autosufficiente dal 2000. Questo significa che, a livello nazionale, l’Italia, dal 2000, non ha più bisogno di importare dall’estero emazie concentrate (globuli rossi) o plasma.
Tutto questo grazie alla generosità dei tantissimi volontari che tutti i giorni allungano un braccio e donano sangue

 

Perchè è così importante donare?

Il sangue non si produce in laboratorio, l’unico modo per avere riserve di sangue è attraverso la donazione volontaria e periodica.

Donare è un gesto di amore verso il prossimo e verso se stessi

Il sangue non basta MAI

La Valle d’Aosta è sicuramente una regione lodevole dal punto di vista della donazione del sangue.

Dando però un’occhiata all’età media dei donatori ci rendiamo conto che c’è bisogno di donatori giovani che possano andare a “sostituire” i donatori attuali.

Dove va a finire il sangue donato?

Molte volte l’attenzione si focalizza sull’importanza del dono senza pensare realmente come venga usato il sangue donato:

  • Terapia delle gravi anemie di varia natura come le leucemie e i tumori.
  • Dal plasma si producono diversi farmaci salvavita tra cui l’albumina per la terapia di pazienti affetti da emofilia.
  • Le piastrine servono per correggere o prevenire emorragie associate a carenza numerica o funzionale delle piastrine.

La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno.

 

Vaccino antinfluenzale. la testimonianza della Dott.ssa Silvia Carla Maria Magnani

La Dott.ssa Silvia Magnani, Dirigente Medico in servizio presso Ospedale Umberto Parini ” di Aosta Servizio Malattie Infettive Azienda USL Valle d’Aosta, Donatrice di sangue e Membro del Direttivo Regionale Fidas Valle d’Aosta ha un messaggio molto importante per quanto riguarda il vaccino anti influenzale. Ascoltiamo le sue parole tramite questo video

LA SICUREZZA DELLA DONAZIONE E DELLA TRASFUSIONE

Per migliorare la sicurezza del processo trasfusionale è necessario valutare l’idoneità alla donazione mediante l’attento esame delle condizioni di salute del donatore e l’esclusione di eventuali fattori di rischio sia per il donatore che per il ricevente.

A tal fine il Decreto Ministeriale 2 novembre 2015 prevede un preciso iter per giungere a formulare il giudizio di idoneità alla donazione, che comprende una completa ed adeguata informazione al donatore, la compilazione di un dettagliato questionario, la valutazione delle condizioni generali di salute e dei requisiti fisici del donatore durante un colloquio riservato con il medico responsabile della selezione.

Rischi per il donatore

La mancata segnalazione e/o documentazione di eventi patologici pregressi o attuali o dell’assunzione di farmaci potrebbe esporre il donatore ad eventi avversi durante o dopo la donazione e potrebbe aggravare patologie preesistenti o latenti.

Rischi per il ricevente

La mancata segnalazione di patologie o di fattori di rischio pregressi e/o attuali potrebbe compromettere la sicurezza del ricevente, in quanto non sempre gli esami infettivologici obbligatori eseguiti all’atto della donazione sono in grado di escludere infezioni trasmissibili con la trasfusione. In questo ambito si collocano:

  • comportamenti sessuali, quali rapporti sessuali con partner occasionali, con partner multipli omosessuali od eterosessuali, attività sessuali in cambio di droga o denaro ecc.
  • tossicodipendenza endo-venos
  • stili di vita tali da configurarsi pericolosi per la salute
  • viaggi in zone endemiche per malattie infettive trasmissibili con la trasfusione di sangue
  • interventi chirurgici, manovre invasive (endoscopia etc.), tatuaggi, piercing, infortuni a rischiobiologico etc.

Nel corso della visita, il medico valuta il questionario, chiarisce eventuali dubbi del donatore, effettua l’anamnesi, verifica la normalità di alcuni parametri vitali (peso, emoglobina, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, segni di adeguata funzionalità cardio-respiratoria), controlla eventuali segnalazioni rilevate nelle precedenti donazioni o controlli, ed infine formula il giudizio di idoneità alla donazione.

Tutte queste operazioni devono essere documentate e registrate nella cartella sanitaria del donatore.

Giornata internazionale dell’infermiere: la testimonianza di Sara Dematteis, presidente Associazione Fibrosi Cistica e Donatrice sangue Fidas Valle d’Aosta

Nel 2020 si celebra l’Anno Mondiale dell’infermiere, e il 12 maggio rappresenta una giornata di particolare rilevanza in questo anno di celebrazioni, in quanto coincide con la Giornata internazionale dell’infermiere e il bicentenario della nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna.

In questa giornata così importante, vogliamo celebrare la fatica e l’impegno vissuti da tantissimi infermieri negli ultimi mesi. Hanno dimostrato forza e umanità che vogliamo raccontare dando voce proprio ad un’infermiera: Sara Dematteis, Presidente LIFC Valle d’Aosta e Donatrice di sangue FIDAS.

Siamo convinti che, come ha dichiarato l’OMS in occasione della Giornata Mondiale della Salute: “Un investimento negli infermieri è un investimento nella salute di tutti”.

Sono una coordinatrice infermieristica di un reparto dell’ospedale Parini di Aosta  diventato reparto Covid il 12 marzo 2020.
Mi hanno diagnosticato il Covid-19 il 22 marzo, dopo 10 giorni da quella data.

La mia vita frenetica è diventata surreale. Ho imparato a vivere stando in un letto.

Sara Dematteis, infermiera e donatrice FIDAS

Sara Dematteis, infermiera e donatrice FIDAS

Sdraiata o seduta.
Ho imparato a vivere in isolamento nella mia casa, mio marito mi consegnava cibo e medicine sulla porta.
Ho imparato con pazienza a superare i sintomi che il virus ha espresso su di me, come la febbre durata 72 ore, la cefalea e l’assenza del gusto, come la stanchezza immensa durata 18 giorni e il dolore a fitte al torace, durato 21 giorni.

Ora sto migliorando ma è stata lunga, ho avuto paura, certo, di questa infezione si conosce ancora poco.

La mia famiglia sta bene, mio marito abita altrove, i miei genitori, suoceri, sorella e familiari sono residenti fuori regione.

Ho fatto un lungo viaggio dentro di me in queste settimane, traducendo in scritti le mie emozioni e i vissuti, dolori e gioia stando vicino a chi amo nei modi consentiti: Internet, telefonate, video, mail…

Ha condiviso il tempo con me solo Lapo, il nostro cane Labrador.  Ho continuato a lavorare da casa, per quanto possibile, per i reparti Covid ospedalieri, condividendo la lotta al virus… La lunga lotta…

C’è stato un tempo in cui ognuno era confinato nella propria casa per limitare la diffusione del COVID-19, in cui si usciva solo con guanti e mascherina… Per poche ragioni consentite dalla legge e i contatti sociali e gli abbracci erano pericolosi perché si rischiava di infettarsi con il virus e gli operatori sanitari erano i soli autorizzati ad avere contatti con i pazienti… Hanno dato tutto nel curarli, tanti di loro sono morti.

Dopo questa pandemia, spero che tutto il mondo possa imparare ad uscire dai propri egoismi, a tendere mani, a capire che… “Solo ciò che doniamo agli altri, rimane davvero nostro per sempre”.

Abbiate cura di vivere… E del nostro mondo… 

Sara Dematteis,
Presidente LIFC Valle d’Aosta e Donatrice di sangue FIDAS

Fonte: Fidas Nazionale 

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Non esitare a contattarci, puoi scriverci direttamente al nostro contatto WhatsApp al numero 348 841 8095, presso la chat del nostro sito o tramite la nostra pagina Facebook 

 

Il trattamento con plasma da convalescente nella malattia da Coronavirus

Fra i vari trattamenti utilizzati sui pazienti affetti da malattia da Coronavirus (COVID-19) uno di quelli sui quali sono maggiormente puntate le attenzioni della comunità scientifica internazionale è l’uso del plasma da soggetto convalescente, contenente anticorpi teoricamente in grado di neutralizzare il virus. Anche in Italia sono in corso o stanno per essere avviate diverse sperimentazioni su di esso.

La terapia con plasma convalescente è già stata attuata in passato in corso di diverse epidemie o pandemie (H1N1, SARS, Ebola) con risultati interessanti. Alcune esperienze iniziali in Oriente sono state incoraggianti anche per il SARS-CoV-2,  sottolineando l’efficacia di questo trattamento nel ridurre la mortalità in pazienti affetti da COVID-19. Va tenuto presente tuttavia che al momento, in attesa delle conferme di efficacia provenienti dagli studi avviati in Italia e all’estero, questa terapia va considerata ancora come sperimentale, soggetta quindi a tutte le regole e le autorizzazioni previste nel caso delle sperimentazioni cliniche.

Cerchiamo di rispondere sinteticamente ad alcuni quesiti.

Per quali pazienti?

I dati preliminari suggeriscono che una somministrazione precoce sia più efficace rispetto a fasi più avanzate della malattia, nelle quali la compromissione delle condizioni generali è maggiore.

Quali i possibili rischi?

A parte il rischio generico delle complicanze trasfusionali del plasma, è possibile che la risposta immune conseguente alla somministrazione di anticorpi possa in alcuni casi innescare una recrudescenza della sintomatologia polmonare: anche a questo dubbio gli studi in corso dovranno fornire una risposta.

Quali anticorpi?

Si tratta di una immunizzazione passiva, e gli anticorpi infusi sono destinati a scomparire nel giro di alcune settimane/mesi. Naturalmente il malato produrrà in seguito gli anticorpi propri, in risposta al contagio da SARS-CoV-2.

Quali volumi di plasma devono essere trasfusi?

Negli studi disponibili finora i volumi di plasma immune somministrati erano compresi tra 160 e 640 mL. Si può però ipotizzare che questa terapia possa in futuro prendere la forma di IgG frazionate dalla lavorazione di ampi pool di plasma: diverse aziende farmaceutiche di produzione di farmaci derivanti dal plasma si sono dimostrate molto interessate a questa prospettiva.

Qual è il momento migliore per raccogliere il plasma immune?

La comparsa degli anticorpi dopo il contagio da SARS-CoV-2  si verifica dopo 6-21 giorni ma naturalmente il plasma raccolto non deve avere alcuna traccia di virus. Dai dati di uno studio di Hong Kong il momento indicato per la raccolta è il periodo immediatamente dopo che è trascorso il quattordicesimo giorno dalla risoluzione dei sintomi.

Quali le prospettive in Italia?

Sono attualmente al vaglio di diversi Comitati Etici vari protocolli clinici della terapia con Plasma da convalescente nella patologia da SARS-CoV-2. Questi protocolli devono definire le tipologie di pazienti ai quali proporre il trattamento, i requisiti per l’arruolamento dei donatori di plasma iperimmune, che dovranno essere guariti clinicamente da almeno due settimane, con negatività del tampone nasofaringeo e a quantità di anticorpi adeguata.  Il plasma raccolto deve rispondere ai requisiti di negatività ai test previsti dalla legge, più alcuni test aggiuntivi per altri agenti trasmissibili, ed essere sottoposto a procedure di inattivazione dei patogeni.

La donazione di sangue intero

In Italia servono ogni anno circa 2 milioni e mezzo di trasfusioni di concentrati di globuli rossi, utilizzati per pazienti con emorragie o anemie acute o croniche.

I concentrati di globuli rossi si ottengono dalla donazione di sangue intero: in meno di 10 minuti 450 ml di sangue vengono raccolti per gravità ed in dolce e continua agitazione in una sacca di materiale plastico, contenente le idonee soluzioni per la conservazione e l’anticoagulazione del sangue donato.

La sacca viene poi centrifugata e separata nei suoi componenti: globuli rossi, plasma e piastrine.

I globuli rossi una volta separati sono inviati alla loro sacca definitiva, e miscelati con una soluzione (SAG-M) che consente la loro conservazione nelle migliori condizioni fino a 42 giorni a temperatura controllata di 4°C.

La sacca, dopo gli opportuni test, controlli di qualità ed etichettatura, può essere utilizzata per la trasfusione.

I requisiti per la donazione e le caratteristiche dei concentrati di globuli rossi sono definiti dettagliatamente dalle normative, e in base ad essi prima della donazione viene accuratamente valutata l’idoneità del donatore.

L’aspirante donatore di sangue intero deve avere età compresa tra i 18 ed i 60 anni, peso corporeo non inferiore a 50 Kg, valori pressori compresi tra 180 mmHg e 110 mmHg per la massima, e non superiori a 100 mmHg per la minima, frequenza cardiaca compresa tra 100 e 50 pulsazioni al minuto.

Prima della donazione viene consegnata all’aspirante donatore la documentazione informativa sulla donazione, che deve essere letta attentamente e ben compresa, e il questionario pre-donazione, che va compilato accuratamente e fedelmente.

Il donatore abituale potrà donare di norma sangue intero fino a 65 anni e, se a giudizio del medico trasfusionista le condizioni cliniche lo permettono, anche oltre.

E’ consigliato al donatore di effettuare sempre una leggera colazione prima della donazione (thè, caffè, spremuta, biscotti secchi, fette biscottate, evitando latticini e grassi animali).

Giallo come il Plasma

La plasmaferesi: perché è necessaria

Il plasma, che è la parte liquida del sangue, contiene molte molecole proteiche indispensabili all’organismo, quali ad esempio l’albumina, le immunoglobuline (anticorpi), i fattori della coagulazione del sangue.

Dal plasma donato possono essere ricavati concentrati di queste proteine, che vengono utilizzati come terapie salvavita in molte condizioni cliniche: ad esempio, i fattori della coagulazione sono utilizzati in malattie emorragiche congenite o acquisite, l’albumina in gravi malattie del fegato, le immunoglobuline in malattie nelle quali il sistema immunitario è deficitario, a volte fin dalla nascita.

La richiesta di questi prodotti, chiamati farmaci plasmaderivati, è in continuo aumento nel mondo. Per assicurarne il fabbisogno, la quantità di plasma ricavata dalle donazioni di sangue intero non è sufficiente: per questo è necessario aumentare la disponibilità di plasma attraverso la plasmaferesi, un tipo particolare di donazione nel quale viene prelevato solo plasma, in quantità maggiore (600-700 mL per ciascuna donazione contro i circa 270 mL ricavabili dalla donazione di sangue intero).

La donazione di plasma dura circa 40 minuti, e può essere proposta anche a persone con lieve carenza di ferro, per le quali la donazione di sangue intero è controindicata. Per lo stesso motivo, può essere effettuata anche in numero maggiore, fino a un massimo di 1,5 litri di plasma al mese e 15 litri annui.

La plasmaferesi, che con le precauzioni adottate può essere fatta anche in questo periodo di epidemia da Coronavirus, va prenotata al Servizio Trasfusionale per garantire la disponibilità dell’apparecchiatura di donazione e per assicurare il rispetto del necessario distanziamento sociale, evitando assembramenti di donatori nella struttura.

medicinali

Produzione medicinali salvavita

donare il sangue-fidas

Una donazione dura 40 minuti

cura

Donare il plasma: un gesto d'amore

Donare il plasma vuol dire donare vita a chi non ha un’alternativa.
Unisciti ai Donatori di Sangue Fidas Valle D’Aosta e dona vita e speranza

Coronavirus e donazione del sangue – disposizioni ministeriali

È disponibile un nuovo aggiornamento delle misure per evitare la diffusione dell’infezione da Sars-CoV-2.

Le nuove disposizioni, che hanno una natura solo precauzionale, non essendoci casi documentati di trasmissione trasfusionale del virus, tengono anche conto dei provvedimenti, presi a livello nazionale, finalizzati all’individuazione dei soggetti a rischio e che applicano ai medesimi urgenti misure di contenimento.

Tenuto conto che le attività sanitarie di donazione e raccolta del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza (art. 5, legge 219/2005) che garantiscono la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale, si raccomanda, quanto segue:

  • rafforzare le misure di sorveglianza sui possibili casi importati attivando la sorveglianza anamnestica del donatore di sangue per viaggi nella Repubblica Popolare Cinese
  • rafforzare le misure di sorveglianza sui possibili casi con anamnesi positiva per contatti con soggetti con documentata infezione da SARS-CoV-2
  • rafforzare le misure di sorveglianza chiedendo al potenziale donatore, al momento della presentazione per la donazione, se abbia già ottemperato all’eventuale obbligo della misura di isolamento fiduciario domiciliare, ove prevista
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di 14 giorni dal rientro per i donatori che abbiano soggiornato nella Repubblica Popolare Cinese
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di 14 giorni dopo la possibile esposizione al rischio di contagio per contatto con soggetti con infezione documentata da SARS-CoV-2
  • applicare il criterio di sospensione temporanea di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi o dall’interruzione dell’eventuale terapia per i donatori con anamnesi positiva per infezione da SARS-CoV-2 (infezione documentata oppure comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da SARSCoV-2)
  • sensibilizzare i donatori ad informare il Servizio trasfusionale di riferimento in caso di comparsa di sintomi compatibili con infezione da SARS-CoV-2 oppure in caso di diagnosi d’infezione da SARS-CoV2 nei 14 giorni successivi alla donazione (post donation information)
  • invitare il personale operante presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta ad attenersi scrupolosamente a comportamenti finalizzati a prevenire la diffusione delle infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2.

Al fine di evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa e, di conseguenza, consentire il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro), si raccomanda di:

  • ricorrere preferenzialmente alla chiamata-convocazione programmata dei donatori al fine di regolare il numero degli accessi; ai fini della prevenzione del fattore di rischio rappresentato dal contatto stretto con soggetto affetto da COVID-19
  • adottare misure di triage preliminare del donatore in occasione del contatto telefonico come da indicazioni di cui all’algoritmo condiviso con il CIVIS, disponibile sul sito del CNS
  • promuovere l’implementazione, presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale, di semplici processi di triage nella fase di accoglienza dei donatori, comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali di attesa attuando una pre-selezione dei donatori. Si suggerisce il valore di 37,5°C della temperatura corporea come parametro di rinvio temporaneo del donatore
  • gestire il flusso dei donatori all’interno delle strutture sanitarie e durante tutte le fasi del percorso di donazione, in modo regolare e cadenzato.

Si raccomanda alle Associazioni e Federazioni dei donatori volontari di sangue di:

  • non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le Unità di raccolta associative, nei territori sopra indicati e nell’intero territorio nazionale
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’epidemiologia del SARS-CoV-2 e alle misure adottate per la prevenzione della trasmissione dello stesso mediante trasfusione di emocomponenti labili
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti, secondo procedure operative condivise con il Servizio trasfusionale di riferimento
  • fornire ai donatori, in fase di convocazione, adeguata informazione, anche al fine di evitare gli accessi alla donazione in presenza di sintomi associabili a infezioni respiratorie, ivi compresa l’infezione da SARS-CoV-2
  • garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta e ai donatori, la disponibilità di soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani
  • garantire la mobilità del personale dedicato alla raccolta associativa.

In relazione al fabbisogno trasfusionale ed alla gestione delle scorte di emocomponenti, si raccomanda:

  • di porre in essere ogni opportuna misura atta a scongiurare la possibile interruzione o rallentamento della raccolta delle donazioni di sangue sul territorio regionale
  • di non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le Unità di raccolta associative, nei territori oggetto delle misure locali contenute nel DPCM dell’8 marzo 20207 e nell’intero territorio nazionale
  • di non assumere provvedimenti di “quarantena” sulle unità di emocomponenti prelevate perché non sostenute da evidenze scientifiche in ragione della non dimostrata trasmissione trasfusionale del SARS-CoV-2
  • alle Strutture di Coordinamento per le Attività Trasfusionali (SRC) delle Regioni e Province Autonome di utilizzare la bacheca SISTRA per la segnalazione di eventuali carenze e di monitorare e potenziare le scorte strategiche regionali di globuli rossi, piastrine e plasma ad uso clinico, da destinare alla compensazione intra- ed inter-regionale, secondo quanto previsto dall’Intesa di Conferenza StatoRegioni, n. 131 sul “Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi emergenze” (Rep. Atti n. 121/CSR del 7 luglio 2016)
  • alle SRC la massima intensificazione della promozione della appropriatezza nell’utilizzo clinico dei componenti labili del sangue e della applicazione delle strategie di Patient Blood Management, nonché la valutazione di opportunità del possibile differimento delle procedure chirurgiche in elezione per le quali si preveda un elevato fabbisogno trasfusionale
  • alle SRC e alle Associazioni e Federazioni dei donatori volontari di sangue, di intensificare i rapporti di comunicazione fra l’ambito tecnico e quello associativo a livello regionale e locale, anche al fine di rendere l’attività di raccolta coerente con la programmazione regionale.

Si raccomanda, inoltre, di rapportarsi regolarmente con lo scrivente Centro nazionale, mediante sistemi e modalità operative che consentano la trasmissione in tempo reale di informazioni, anche previsionali, inerenti alla consistenza delle scorte trasfusionali ed alla eventuale necessità di effettuare convocazioni straordinarie dei donatori e pianificare sedute di raccolta addizionali.

Si raccomanda, infine, l’adozione delle suddette misure in modo omogeneo sul territorio nazionale al fine di consentirne la valutazione di efficacia e di impatto nonché il possibile adeguamento dinamico in funzione dell’evoluzione del quadro epidemiologico.

I Responsabili delle SRC sono invitati a dare tempestiva attuazione alle suddette indicazioni, informando puntualmente i singoli Servizi trasfusionali operanti nelle Regioni e Province autonome di rispettiva competenza e le Banche di sangue cordonale, ove presenti.

Per approfondire consulta Centro Nazionale Sangue e il sito www.donailsangue.salute.gov.it

Un messaggio per tutti noi

Carissimi Residenti in Valle d’Aosta,
il principale compito dei Donatori di sangue della FIDAS Valle d’Aosta è quello di sensibilizzare tutti sulla necessità di diventare periodici e responsabili Donatori di sangue e dei i suoi derivati.
Donare il sangue è un’esigenza civica quotidiana gratuita, che si trasforma in speranza di vita per tantissimi pazienti e trapiantati.
Il sangue e i suoi componenti sono quindi presidi terapeutici indispensabili per la vita.
E’ bene ricordare, che il sangue non si riproduce in laboratorio e al momento i Donatori
???? sono l’unica importantissima risorsa? possibile.
Attraverso il gesto del “dono” si effettua un atto di grande generosità nei confronti di tantissimi pazienti: emofiliaci, talassemici, oncologici, trapiantati, pluritraumatizzati e tanti altri.
Da questo momento hai il dovere civico di informare Familiari, Amici e Conoscenti, affinché, un numero sempre maggiore di residenti in Valle d’Aosta, diventi una Donatrice o Donatore di sangue.
Aiutaci a divulgare questo messaggio? tra i tuoi contatti.
Per informazioni, contattaci al:
?3488418095
fidasvda@gmail.com

Grazie. ?Buona Estate.
Donatori di sangue della Fidas Valle d’Aosta